Quanto consuma un’asciugatrice: tabelle dei consumi in base alla tipologia

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Il costo d’acquisto, si sa, è importante ed è la prima cosa che colpisce il nostro occhio quando cerchiamo un nuovo elettrodomestico per la nostra casa. Tuttavia, al di là delle cifre riportate sul cartellino che accompagna ogni prodotto, è ancora più cruciale prestare attenzione ai consumi, calcolando quanto andremo a spendere a fine mese sulla bolletta. Non solo: consumi ridotti significa anche un minore impatto sull’ambiente e una scelta più consapevole. Ogni tipologia di asciugatrice ha la sua categoria quando si parla di consumi; vediamo la situazione nel dettaglio col supporto di alcune tabelle.

 

Le tipologie di asciugatrici

Le asciugatrici più diffuse sul mercato sono quelle a pompa di calore. Sfruttano una tecnologia di recente introduzione che si basa sul principio dello “scambio di calore”, un po’ come succede per i frigoriferi e i climatizzatori, mettendo in funzione un motore che inverte il flusso di aria calda e fredda. In questo modo il consumo di energia elettrica è ottimizzato, perché si rimette in circolo l’aria appena transitata nel cestello.

L’alternativa più tradizionale è rappresentata dalle asciugatrici a condensazione, basate su una più semplice resistenza elettrica che riscalda l’aria in entrata. Oggi vengono commercializzate in numero minore, ma la tecnologia resta valida e affidabile, particolarmente amata dalla case produttrici italiane. Adatte per chi cerca il risparmio, si trovano anche in dimensioni ultracompatte, con carica dall’alto o da parete.

In breve, le asciugatrici più comuni per tipologia, per non “perdere l’orientamento”:

  • a pompa di calore
  • a condensazione
  • a gas
  • elettriche o “a pallone”

Nei paesi anglosassoni sono molto popolari le asciugatrici a gas, da qualche tempo proposte anche sul mercato europeo grazie all’iniziativa di qualche produttore. Si rivolgono a un pubblico che cerca un macchinario potente, rapido nell’asciugatura e dotato di tutti i sistemi di sicurezza, e funziona come una vera e propria caldaia. L’energia elettrica serve solo per innescare la fiamma; per il resto, l’asciugatrice andrà a pescare dal serbatoio di gas metano, un combustibile davvero economico che farà la gioia delle nostre tasche. Se alimentate a GPL, il carburante sarà più costoso.

Infine, le asciugatrici più a buon mercato: quelle elettriche, dette anche “a pallone”. Rappresentano una soluzione intermedia tra l’asciugatura dei panni tradizionale, con mollette e filo per il bucato all’aria aperta o in casa, e l’aiuto offerto dalla tecnologia. Necessitano di una semplice presa elettrica per funzionare: il bucato andrà appeso sulle grucce e poi sistemato all’interno del “pallone”, un telo che mantiene l’ambiente riscaldato a 50°. L’efficienza e la praticità del lavoro non è paragonabile ai modelli più avanzati, ma i consumi sono davvero modesti.

I consumi

Provando ad elencare le tipologie appena citate in base ai consumi, l’occhio cade subito sulle asciugatrici a pompa di calore. Si tratta di modelli davvero convenienti in questo senso: si collocano infatti tra la classe A e la classe A+++ dell’etichetta per l’efficienza energetica. Ma cosa significa questa sigla, e perché è importante per la nostra bolletta a fine mese? Scopriamolo subito.

L’etichetta europea per l’efficienza energetica, denominata Energy Label, ha una lunga storia ed è stata istituita per la prima volta nel 1992. Rappresenta lo strumento con cui l’Unione Europea controlla l’efficienza degli impianti elettrici, compresi quindi gli elettrodomestici, venduti nei suoi territori. Il “voto” va da D ad A+++ ed è basato su una stima dei consumi annui. L’unita di misura prescelta è il kilowatt ora, o kWh, e ogni tipo di macchinario ha la sua tabella di riferimento. Nel settore delle asciugatrici, l’etichetta europea tiene conto di un utilizzo medio di 160 cicli di asciugatura ogni anno, con un carico del 70% sulla capacità del cestello.

In termini più semplici, un’asciugatrice di classe A o superiore consumerà circa 1 kWh per ciclo di asciugatura, mentre con le classi inferiori si sale a 3 kWh o 5 kWh. Il costo di ogni unità dipende dall’accordo che la vostra famiglia ha siglato col fornitore di energia elettrica, ma si può ipotizzare una cifra nell’ordine dei 0,20€. Il calcolo della differenza, dunque, è presto fatto. Per spiegare la situazione in maniera più pratica, ci viene in aiuto questa tabella: secondo le modalità previste dall’etichetta europea, si confrontano asciugatrici di classe energetica diversa e differente capacità di carico del cestello.

A+++A++A+ABCCAPIENZAKG/ANNOCOSTO PER CLASSE A+++
1221622133303864315 KG57124.4€
1411882473824464996 KG68628.2€
1592122794325055647 KG80031.8€
1772363104805626288 KG91435.4€
1952603415286176909 KG102939€

Ma come si rapportano tra loro, invece, le varie tipologie di asciugatrice? Abbiamo detto che i modelli a pompa di calore sono i primi della classe mentre le asciugatrici a condensazione ottengono la valutazione B. Per le asciugatrici a gas vale un discorso particolare: la loro classe di efficienza è molto alta, in genere A+, ma come detto utilizzano l’energia elettrica solo per innescare la fiamma e mantenere le funzioni base dell’elettrodomestico. Grazie a questo “segreto”, restano economiche pur generando potenze elevate, anche 5000 watt. Considerando il consumo di gas metano, si può calcolare una spesa di circa 0,15€ per ciclo di asciugatura (da adattare ovviamente al modello e alla sua capacità di carico). E le asciugatrici elettriche, invece? Hanno una conformazione diversa dagli altri elettrodomestici, ma si parla comunque di consumi che si aggirano sui 2 kWh per ciclo di asciugatura, tra classe A e B.

Vediamo allora, con questa seconda tabella, i consumi annui previsti – con relativa spesa – per ciascuna delle classi energetiche. Ricordiamo che si ipotizza un utilizzo annuo di 160 cicli, con un prezzo di 0,20€ per kWh.

Classe di efficienzaConsumo per ciclo in kWhConsumo annuo in kWhSpesa annua in €
A+++<1,516032
A++1,524048
A232064
B348096
C4640128
D>5800160

Qual è la scelta più conveniente?

Concentrandoci soltanto sui consumi, non abbiamo preso in esame altre variabili di uguale importanza per una corretta valutazione economica, e vi rimandiamo ad altri articoli che tratteranno questi temi in maniera globale. Il prezzo d’acquisto , ad esempio, che va dai 40€ delle asciugatrici elettriche agli oltre 1500€ dei modelli a gas o a pompa di calore top di gamma. Anche la manutenzione ordinaria e straordinaria, poi, ha un suo costo. Non bisogna sottovalutare nemmeno la fase d’installazione: eventuali modifiche al locale scelto, per meglio sistemare un elettrodomestico più “esigente” come un’asciugatrice a gas (che richiede uno scarico verso l’esterno) o a pompa di calore (che richiede almeno un ambiente areato) incideranno sul nostro portafogli. Al primo posto, come sempre, considereremo le esigenze della nostra famiglia.


Giornalista freelance, consulente editoriale e traduttore. Appassionato di tecnologia, per la casa e non, e di divulgazione

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